COMPULSIVE CYBER SHOPPING






Come è ormai noto, la sindrome da acquisto compulsivo è un disturbo del controllo degli impulsi che indica il desiderio compulsivo di fare acquisti, anche denominato shopping compulsivo, acquisto compulsivo, shopping-dipendenza .
Non è riconosciuto come un disordine dalla American Psychiatric Association (APA), manuale DSM-IV; nonostante questo ha ricevuto una notevole attenzione dei media.
I soggetti che presentano questo disturbo, soprattutto donne di giovane età, se inizialmente comprano per il piacere che si ricava da un nuovo acquisto, in seguito riportano uno stato di tensione crescente, ed il desiderio di comprare diventa un impulso irrefrenabile.
In seguito all’acquisto compulsivo di oggetti d'ogni tipo, che il più delle volte vengono messi da parte o regalati oppure buttati via, si riscontrano molto spesso sentimenti di colpa e vergogna.
È stata in particolare la studiosa statunitense S.L. McElroy ad occuparsi di questo fenomeno, proponendo i seguenti criteri diagnostici per distinguere le persone che praticano lo shopping come una normale attività, da quelle per cui esso assume caratteristiche patologiche:
~La preoccupazione, l’impulso 
~il comportamento del comprare non adattivi esperiti come irresistibili, intrusivi o insensati; ~comprare frequentemente al di sopra delle proprie possibilità oggetti inutili (o di cui non si ha bisogno), per un periodo di tempo più lungo di quello stabilito.
~La preoccupazione, l’impulso o l’atto del comprare causano stress marcato, fanno consumare tempo, interferiscono significativamente con il funzionamento sociale e lavorativo o determinano problemi finanziari (indebitamento o bancarotta). [Wikipedia]

Le cause 

~La società consumistica in cui viviamo, per la quale il "possesso del prodotto" diviene vera e propria fonte di felicità, uno strumento per costruire una identità sociale accettata e gradita. Si passa quindi con facilità dal consumismo alla consumopatia;

~Il disturbo può camminare  silente per anni ( anche una decina) e non venire diagnosticato se non quando irrompe creando, come spesso accade, disagio psicologico-familiare (conflitti, separazioni) o disastrose conseguenze economiche;

~A differenza delle classiche dipendenze (droga, alcool), in questo caso non è prevista l'assunzione di sostanze esterne. Questo aspetto è di fondamentale importanza ed evidenzia la mancanza del rischio oggettivo e concreto di mettere a repentaglio la propria vita (a parte logicamente quando insorgono problemi economici), inducendo nella stessa società una visione poco critica delle conseguenze che lo shopping compulsivo può generare nella vita delle persone, soprattutto sensi di colpa ed ansia che alimentano atteggiamenti depressivi anche forti al pari di dipendenze da sostanze esterne al soggetto.
 
COMPULSIVE CYBER  SHOPPING ( il ruolo di internet)

Si ritiene che internet amplifichi il fenomeno dello shopping compulsivo, dato che rende possibile acquistare nei negozi di tutto il mondo semplicemente con una carta di credito, senza spostarsi da casa e senza preoccuparsi di esporsi .
Lo shopping compulsivo on line( cyberg compulsive shopping) è ritenuto una forma di internet dipendenza.
Le caratteristiche di quest'ultimo sono:

~la rapidità di un click e una carta di credito per comprare quello che si vuole;
~le possibilità di comprare oggetti o articoli che si trovano dall'altra parte del mondo;
~la comodità di svaligiare in cinque minuti un negozio online, direttamente da casa, grazie al "carrello virtuale" e la possibilità di avere a disposizione un fattorino che porta la merce a casa.

Il cliente viene spesso adescato grazie ad alcune tra le tecniche di vendita più usate dai siti di vendita on line :
~l'esclusiva ovvero la possibilità di ottenere qualcosa non facilmente accessibile a tutti, ne consegue Il sentimento di privilegio ed unicità .
~Il promemoria del visitatore o cliente tramite le e-mail che avvisano della presenza di un determinato oggetto, offrendo  sconti personalizzati e spedizioni gratuite.
~Il fare da ponte per altri utenti guadagnando degli sconti, per esempio suggerendo l'acquisto sul sito e comunicando contemporaneamente gli indirizzi e-mail di conoscenti.( invita un amico) incrementando così il database di potenziali clienti del sito in questione.
~rendere  le quantità limitate, magari indicando progressivamente la riduzione del numero dell'oggetto , produce un atteggiamento di desiderio di ottenere per primi l'oggetto. La supposizione è che se un prodotto è scarso, è probabile che sia molto richiesto (acquistane uno subito perche’ sta per esaurirsi).
Questa tecnica è utilizzata di frequente per rendere l’opportunita’ di acquisto piu’ appetibile in virtu’ del fatto che la disponibilita’ del prodotto terminera’ presto, ciò non fa che rinforzare l'atteggiamento compulsivo all'acquisto.
Scomporre, spiegare o relativizzare il prezzo: lo stesso prezzo può essere comunicato in modi diversi ed avere un impatto completamente diverso su chi guarda (per es. mostrare il prezzo di partenza molto alto e lo sconto relativo immediatamente sotto può far pensare di incorrere in un affare) 
 

Come intervenire.

La dipendenza è una condizione che ruota intorno al piacere. Non ruota intorno alla sofferenza, come può essere dipinta o immaginata. Le persone ne soffrono, e ne soffrono molto, ma non è una malattia che deriva o si basa sul meccanismo di gestione della sofferenza. 
Al contrario, inizia con il piacere
Alcuni stimoli come lo shopping producono stati che le persone definiscono gradevoli. Non è per questo che si innesca la dipendenza. Lo stimolo, oltre a piacere, fa qualcos’altro, cioè si rinforza da solo: aumenta la probabilità che la persona lo cerchi di nuovo, e questo accade perché la persona si ritrova a “desiderarlo”. Il desiderio non riguarda tanto l’effetto che lo stimolo ha prodotto, ma il fatto di consumarlo, il desiderio di averlo e consumarlo. Accadrebbe anche a cose normali che facendo una cosa piacevole si desideri ancora, ma questo tipo di desiderio passa attraverso il ricordo del piacere provato. Nelle dipendenze accade che la voglia di ripetere lo stimolo cresca anche quando la persona sta provando ad evitarlo, e anzi vuole proprio escluderlo dalla propria vita perché ormai divenuto dannoso, pericoloso e problematico. Chi è dipendente sperimenta quindi questa strana dissociazione: volere da una parte, e piacere da un’altra parte.
 
Il craving (smania) è la versione patologica del desiderio: il desiderio che non risponde più al piacere. Non lo presuppone, non lo evoca più, non cade con l’assenza di piacere. In termini tecnici si dice che una dipendenza si ha quando il “liking” (piacere) non va più a braccetto con il “wanting” (voglia), perché la voglia procede da sola e in una direzione. La voglia in questo caso è diventata “craving” (desiderio patologico che produce crisi di astinenza). E’ ovvio che un desiderio non più controllato, e che non si regola più in base al piacere, produrrà alla fine sofferenza e vuoto.


Le cure prevedono una fase di restituzione del libero arbitrio, seguita da una fase preventiva durante cui è importante ricostruire, anche in maniera guidata, rapporti con stimoli nuovi o che si erano persi di vista, per potenziare la parte del cervello che è stata sacrificata dalla dipendenza. Nel caso del cyberg compulsive shopping , ridurre progressivamente l'accesso ad applicazioni e siti di shopping on line , eliminare le carte di credito e gestire il denaro solo  con bancomat e contanti, incrementare attività alternative non virtuali.
Sarebbe auspicabile un sostegno psicologico per individuare le cause e procedere con tecniche di rilassamento che contenganol' atteggiamento ansioso tipico del craving.